“(…) Io mi arrischio ad insinuare questa soluzione: La Biblioteca è illimitata e periodica. Se un eterno viaggiatore la traversasse in una direzione qualsiasi, constaterebbe alla fine dei secoli che gli stessi volumi si ripetono nello stesso ordine (…)” (BORGES, J. L. – “La Biblioteca di Babele” in Finzioni)
“Lessi, giorni addietro, che l’uomo che ordinò l’edificazione della quasi infinita muraglia cinese fu quel primo imperatore, Shih Huang Ti, che dispose anche che venissero date alle fiamme tutti i libri scritti prima di lui. (…) Forse la muraglia fu una una sfida e Shih Huang Ti pensò: “Gli uomini amano il passato e contro codesto amore non posso nulla, e nulla possono i miei carnefici, ma un giorno ci sarà un uomo che senta come me, e costui distruggerà la mia muraglia, come io ho distrutto i libri, cancellerà la mia memoria e sarà la mia ombra e il mio specchio e non lo saprà. (…)” (BORGES, J. L. – “La muraglia e i libri” in Altre Inquisizioni)
Commentare l’ennesimo atto di cronaca sarebbe facile. Riportare fatti, senza avere opinioni in merito, è una soluzione, in teoria, posta in atto dai media, ma ovviamente non valida. Se però una persona si sente sotto assedio non può riportare i fatti senza esprimere preoccupazione e perplessità ed io, vivendo a Roma, non posso non essermi fatto una idea di ciò che è avvenuto, per la seconda volta, alla libreria–caffetteria Pecora Elettrica. Soprattutto se seguito da un ennesimo attacco ad un negozio del quartiere, in altre parole al Baraka Bistrot.
Questo polo aggregativo, collocato nel quartiere romano di Centocelle e molto amato dagli abitanti dello stesso, ha subito un attentato incendiario tra la notte del 5 e 6 novembre scorso. La prima cosa, vedendo solo le fiamme, è che il centro abbia subito un incendio doloso e che non ci siano stati dei problemi interni allo stabile che abbiamo portato al rogo. Ciò viene inevitabilmente da pensare sapendo che il negozio ha già subito un destino simile, in una data simbolica, lo scorso 25 aprile. Nessuna rivendicazione venne rilasciata allora, il computer e la cassa però sparirono. La libreria, simbolicamente, è situata in Via delle Palme, a pochi passi da uno degli spazi occupati più importanti di Roma, il Forte Prenestino, altro polo aggregativo di Centocelle.
Da quella data, sino ad oggi, è stato avviato un crowdfunding per aiutare i due coraggiosi proprietari a rimettere in piedi l’attività, iniziativa che ha avuto un largo successo. Infatti, la data di riapertura della libreria era stata fissata per il 7 novembre, cosa evidentemente impedita proprio dall’attentato. Una ennesima volta ciò che viene scritto viene bruciato in nome di qualche interesse superiore, legato a vicende criminali. La solidarietà sia da parte degli abitanti sia delle varie realtà politiche di Roma si è fatto sentire. Infatti alla chiamata hanno risposto numerosissimi, si sono contate, almeno quanto riportato da alcuni media, sulle diecimila persone. Grande numero di bandiere antifasciste e in fila a tutti lo striscione di Azione Antifascista Roma est, il quale ha creato l’evento su facebook. Le foto, i video sui social testimoniamo questa straordinaria affluenza nel pomeriggio del 6 novembre nel quartiere periferico di Roma Est. Ciò non dovrebbe stupire, dovrebbe fare piacere ed a farci ancora più piacere è la massiccia presenza, niente affatto scontata, degli abitanti del quartiere, di ogni fascia di età e cultura. Il messaggio posto sullo striscione principale “Distruggi la Paura, Difendi il Quartiere” è stato compreso in pieno.
Qualcosa si muove ed è dal basso che sta emergendo questo dissenso contro la malavita che tiene in pugno il quartiere. Pochi giorni prima dell’attentato alla Pecora Elettrica, un altro negozio ha subito una medesima sorte, ovvero una pinseria situata sempre in Via delle Palme. Le indagini della polizia sembrano non aver portato ad una pista certa, guarda caso. Va da sé che l’evento che coinvolge la pinseria e la libreria sono ovviamente collegati tra loro e questo indubbiamente viene ulteriormente confermato da un ennesimo attentato ad un altro punto della zona, il Baraka Bistrot.
Nel quartiere vige una situazione particolare, soprattutto in Via delle Palme e dintorni: di sera i lampioni sono spesso spenti ed il luogo è avvolto dall’oscurità, situazione evidentemente ottenuta dolosamente. Sentendo gli abitanti del quartiere è questo il punto su cui insistono di più: l’oscurità che favorisce le bande criminali che tengono in scacco il quartiere. Questa aveva cominciato il proprio dominio del territorio partendo da Viale Palmiro Togliatti e, pian piano, è giunta a diventare una realtà di Centocelle a tutti gli effetti. Anche il parco vicino al Forte Prenestino, un tempo luogo dove portare i bambini a giocare, è diventato un posto pericoloso.
Ovviamente anche in questi luoghi di notte vige l’oscurità – la stessa che ha permesso questi incendi dolosi nei posti che abbiamo citato sopra. La prima pista seguita è stata quella dei semplici fascistelli, ma la faccenda, evidentemente, è molto più grossa. Spontaneo è pensare alla criminalità organizzata, la quale gode di appoggi di apparati di estrema destra e dintorni. L’omicidio di Diabolik, capo ultras degli Irriducibili, ne è una prova evidente. Chiunque ha avviato questa catena di incendi ha interessi grossi nella zona. Sarebbe facile parlare anche dell’ambiente di spaccio nei dintorni, ma anche questa pista non spiegherebbe questa guerra dichiarata alle attività del posto.
Davanti a questa ennesima esplosione di criminalità alcuni apparati istituzionali si sono presentati in atto di “solidarietà”. Infatti erano presenti al corteo il presidente del municipio Giovanni Boccuzzi, il vicesindaco ed assessore alla cultura di Roma Luca Bergamo ed il ministro dei beni culturali Dario Franceschini. Le virgolette sono obbligatorie, perché la solidarietà si mette in atto con i fatti e non le parole. Le indagini degli apparati statali portano ad un nulla di fatto: i colpevoli non vengono trovati. D’altronde non è una situazione strana per l’area romana, sempre più sfruttata dalla criminalità.
Oltre ai soliti quartieri noti, ce ne sono altri che hanno subito un processo di criminalizzazione negli ultimi anni. Un esempio ben noto è il quartiere di San Lorenzo fuori le mura, dove è nota l’attività di spaccio presente in tutto il territorio. Tutto ciò avviene alla luce del sole – e se le cose le vede il “cittadino comune” le vedranno altrettanto bene le forze dell’ordine – come se questi sapessero di essere protetti e di poter proseguire indisturbati in queste attività che portano solo violenza e prevaricazione, magari chiamando loro stessi le forze dell’ordine se vengono rapinati di un borsello…
Ovviamente, non una parola su questi fatti da parte dei segretari dell’estrema destra istituzionale. Salvini è riuscito a mobilitare tutta l’opinione pubblica di fronte al tragico omicidio che coinvolse Desireè Mariottini, sempre nel quartiere San Lorenzo, dichiarando guerra alla criminalità ed aumentando l’ondata repressiva. Oggi non ha consumato una sola parola in merito. Unico risultato portato avanti da chi sta al comando è quello di aver militarizzato un quartiere, in questo caso quello di Centocelle.
Come ben vediamo, ogni episodio non porta sostanziali novità: vengono poste maggiori restrizioni sul territorio senza che questo disturbi in un qualche modo la criminalità organizzata che si pretenderebbe colpire con quelle misure. D’altronde, l’apparato repressivo è lo stesso che vuole far sgomberare altri poli di aggregazione, presenti a dare solidarietà alla Pecora elettrica. Parlo, per esempio, di Del Lucha Y Siesta, di Astra, di Strike o di Spin Time Labs. Forse l’unica differenza è che l’attività mafiosa agisce con metodi più diretti.
Dunque, davanti al palese lassismo – per non dire altro – delle istituzioni tocca a noi prendere ciò che è nostro, le strade ed i quartieri. Atti che, chiaramente, non possono essere attuati solamente attraverso cortei e presidi ma devono vedere i compagni e gli abitanti dei quartiere riprendere possesso del territorio, con la presenza e l’azione diretta volto a risolvere i problemi – criminalità organizzata compresa.
Lorenzetto